Un compleanno veramente speciale: Auguri Mozart!

di Filippo Crudetti

Wolfgang Amadeus Mozart by Carregoitia

Il 27 gennaio si celebra la nascita di uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi, avvenuta a Salisburgo 265 anni fa, nel 1756. Come avrete già capito, ci stiamo riferendo a Wolfgang Amadeus Mozart, sul quale nel tempo sono stati spesi fiumi d’inchiostro, biografie, romanzi, opere teatrali, saggi critici e musicologici, articoli in riviste più o meno specializzate, realizzazioni di film e serie televisive. Dunque, parlare di un artista così studiato e dal grande pubblico così conosciuto e amato, non è semplice.
Cosa si può dire ancora che non sia stato scritto, visto, letto, sentito? E in uno spazio così breve, che non ha certo la pretesa di essere un saggio critico – musicologico, ma, come ci suggerisce il titolo della rubrica, semplicemente una piccola nota punteggiata per festeggiare, anche all’interno di Ecce Musica – Magazine, i natali di un artista fondamentale per l’intera storia della musica.
Possiamo così cercare di tracciare un breve profilo di Mozart come uomo, per sfatare alcuni luoghi comuni che una errata vulgata giornalistica e molta letteratura in generale hanno presentato fin da subito dopo la sua morte, quando nel necrologio apparso nel 1793 a opera di Adolf Heinrich Friedrich Schlichtegroll, studioso e primo biografo di Wolfgang Amadeus Mozart, vennero riportate, distorte a causa di successivi passaggi che finirono per travisarne i contenuti, alcune frasi di Maria Anna Walburga Igniatia Mozart detta “Nannerl”, la sorella, e della  moglie  Maria Constanze Cecilia Josepha Johanna Aloisia Mozart: “Anche il suo viso cambiava costantemente, ed esprimeva sempre l’aspetto esteriore del suo animo, in cui le facoltà inferiori – di cui una, l’immaginazione, gli permise di diventare l’incantatore che ben si conosce – prevalevano molto nettamente sulle potenze superiori”. Come possiamo notare, da questo breve ritratto tracciato nel necrologio, emerge un individuo indiscutibilmente mediocre, eccezionale nell’arte, ma decisamente volgare nella vita di tutti i giorni, addirittura caratterizzato da alcune facoltà considerate inferiori, quali l’immaginazione, l’ironia, la trasgressione. Per non parlare della descrizione che ne fece la scrittrice Caroline Pichler, la quale in gioventù aveva preso qualche sporadica lezione da Mozart, che aveva frequentato la dimora del padre della poetessa. Secondo la Pichler, le qualità intellettuali del musicista non corrispondevano alla magnificenza della sua musica. Dunque la figura del compositore come un personaggio svampito, svagato, disimpegnato, fortemente ingenuo, concentrato esclusivamente nella sua musica, distante da quanto accadeva intorno a lui, tanto da sembrare chiuso in un suo mondo, non sembra corrispondere al vero. Questa vulgata distorta e non veritiera è stata alimentata fino ai giorni nostri soprattutto da un importante film del 1984, Amadeus del regista boemo Miloš Forman, che ricevette grande consenso di pubblico e svariati premi, tra i quali otto Oscar, quattro Golden Globe e tre David di Donatello. Riprendendo alcune voci  già circolanti  e assolutamente prive di fondamento storico, in cui si raccontava della rivalità tra il compositore italiano Salieri e Mozart, che aveva portato il primo a uccidere il genio salisburghese, il poeta russo Aleksandr Sergeevic Puškin nel 1830  aveva scritto un dramma teatrale in versi dal titolo Mozart e Salieri, un brevissimo testo, costituito da due scene per un totale di appena dieci pagine, che nel 1898  fu musicato da Korsakov e ripreso poi nella pièce teatrale Amadeus da Peter Schaffer nel 1979, fonte diretta alla quale si ispirò Forman per il suo omonimo film.
Mozart era molto diverso da come viene spesso presentato ai più. La magnificenza riscontrabile nella strutturale perfezione delle sue partiture non risiede solamente nelle solide basi musicali possedute, ma anche in una approfondita e vasta conoscenza nel campo letterario, filosofico, etico e storico, riscontrabili più che in ogni altro suo lavoro musicale nella trilogia delle opere italiane scritte su libretto di Lorenzo Da Ponte (Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte). Viaggiò moltissimo e amò la letteratura, a cui fu introdotto fin da bambino dalla famiglia; parlava fluentemente l’italiano e il francese e studiò approfonditamente anche l’inglese.
Dunque in realtà Mozart, che aveva ricevuto dal padre Leopold un’educazione aperta e libertaria, era una persona estremamente curiosa, altruista, ambiziosa, sebbene poco diplomatica. Contrariamente all’immagine stereotipata che ci tramanda un Mozart stravagante e inconsapevole, fu un musicista colto, partecipe del suo tempo, inserito fin da giovane in un ambiente progressista e ricco di stimoli. Legatosi fin dal 1785 alla Massoneria, entrò a far parte dell’ambiente scientifico, culturale e artistico di Vienna, ne frequentò i salotti e anche la dimora del funzionario imperiale e mecenate Franz Sales Von Greiner, principale centro dell’illuminismo viennese. Da questo tessuto culturale Mozart assorbì motivazioni ideali e spunti che rielaborò in modo personale e sublime nelle sue opere.