Racconto
di Maria Angeles Vila
“Hay una ley de la memoria que hace que las cosas de la niñez se queden fijadas para siempre”
“C’è una legge della memoria che fa sì che le cose dell’infanzia rimangano fisse per sempre”
(Gabriel García Marquez)
Quando ero piccola amavo aprire l’armadio di mia madre, mi piaceva cercare tra i tessuti, sentire il calore dei capi invernali e la freschezza di quelli estivi. Nel lato sinistro perfettamente piegate c’erano le magliette, nel destro le borse, tra di loro sceglievo sempre una borsa bianca di pelle. A differenza delle altre, questa era speciale perché era un contenitore di fotografie, un album di famiglia dentro al quale si nascondevano infinite immagini e ricordi.
La prendevo, mi sedevo per terra e cominciavo a giocare con quelle foto. Osservavo gli sguardi, le azioni, provavo ad indovinare i segreti nascosti dietro quelle persone, leggevo le dediche scritte a penna con una calligrafia di altri tempi…conversavo visivamente e passeggiavo insieme ad infiniti personaggi.
Il gioco finiva con la chiamata del pranzo o la cena, allora mettevo a posto il materiale, sistemavo il contenitore e salutavo con nostalgia il mio segreto desiderando che arrivasse un momento per mettermi di nuovo all’opera.
Gli anni passarono ed io dimenticai quel gioco, nell’armadio cercavo lo specchio, qualche abito della mia taglia ed i ricordi rimassero parcheggiati.
Un caldo giorno di luglio il gallo cantò prima del dovuto, il cuore si spense e io persi la persona più importante della mia vita: Miguel.
Durante il processo del mio lutto sentì una necessità vitale di riprendere in mano la borsa, cercando disperatamente gli sguardi, l’intimità. Volevo attraversare il ponte tra il presente e il passato, riportare verso a verso la storia, il suono della mia famiglia.
Le riflessioni furono tantissime, il vuoto si riempì grazie all’azione creativa che mi aiutò a digerire il dolore, trasformandolo in forme, sfumature, colori e melodie.
La perdita mi portò ad unire la ragione e l’emozione, la materia e il sentimento, l’arte e la memoria.