Dell’Amore, il poco che ci è dato sapere

di Michele Gerace

Bunny Love, 121×121 cm, oil on board – Tara McPherson, Cortesia della Dorothy Circus Gallery

L’amore è questione di “Ci” nel quale l’essere trova posto nel mondo. Avverbio che introduce lo stato e il moto, il qui e ora che lungo il filo dei qua, dei li e dei là, abbraccia l’esistenza, esplora il possibile e interroga l’impossibile.

Quel “Ci” esprime la condizione del nostro essere nel mondo e, allo stesso tempo, del non bastare a noi stessi. Rappresenta la traccia del dover essere insieme agli altri, della bellezza della relazione, della percezione degli altri come di sé da cui nasce l’emozione che anticipa la ragione e il sentimento ed è misura del mondo come lo è della durata e dell’estensione della nostra esistenza.

Si presenta come avverbio della creazione e si trasforma nel pronome dell’umanità che scandisce il tempo mentre persevera nella realtà a passi ora incerti ora spediti. Spazio vitale e attributo di sostanza di molecole che urtano molecole del genio che propaga la specie lungo l’eternità in un amplesso che trova nella volontà di vivere la nuda grandezza. Nel riso e nel pianto la comprensione del grido di chi viene al mondo, la presa di coscienza di un principio unificante che tende all’amore puro. Rinuncia all’essere solo per sé perché si afferma nell’unità con gli altri, e si realizza nei sospiri, nei baci e negli sfioramenti tra innamorati. Gli amanti si identificano con gli amati come i fruitori con gli artisti per mezzo dell’opera d’arte.

Di generazione in generazione, sorgono circostanze misteriose e impreviste che svelano una causalità non predeterminabile che si impone al tempo nella durata di istanti unici che si susseguono ma non si ripetono e si imprimono nella memoria che ricorda ciò che è stato e promette ciò che sarà. Il passato e il futuro fanno strada all’intuizione e all’intenzione di un presente nel quale si animano l’istinto e l’intelligenza e si ravviva l’esistenza che spinge la felicità fuori di sé.

Nell’esperienza estetica il desiderio si fa largo tra impulsi primitivi e tendenze ascetiche, rifugge l’aggressività, condanna la violenza e si apre alla vita. L’universale principio di unità risuona nella libertà dell’istante in cui la nota non si ripete, dove nasce l’emozione che raccoglie l’invito ad essere e riempie l’intera esistenza in un abbraccio della durata sul tempo, nell’avverbio e nel pronome che rendono comprensibile l’essere per sé, con gli altri e per gli altri. La legge di convivenza che regola la forza che regge il mondo, che fonda l’istituzione unicamente umana.

Per il poco che ci è dato sapere, l’amore è l’atto di coraggio di esistere, la fede che fa esperienza del potere dell’essere.