DANTE 700: le “Scene di un Inferno nel XXI secolo” dell’Accademia Nazionale di Danza in tre città di Italia
In occasione del DANTEDÌ, la giornata dedicata a Dante Alighieri, l’Accademia Nazionale di Danza presenta una prima visione in streaming di “Dante e gli uomini del XXI secolo” ed il progetto “Scene di una inferno nel XXI secolo”.
di Carmen Oria
La danza, la musica, le performance, le video-installazioni, e l’audio sharing arricchiscono il progetto “Scene di un Inferno nel XXI secolo” elaborato dall’Accademia Nazionale di Danza e curato dal direttore Maria Enrica Palmieri per le celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, che dal 27 marzo al 30 novembre si svolgerà in tre città italiane: Roma, Firenze e Ravenna.
Lucia Chiappetta Cajola, presidente dell’Accademia Nazionale di Danza (AND) e docente dell’Università Roma Tre, nelle parole di benvenuto in apertura della conferenza stampa, ha considerato il progetto un compito molto impegnativo e ha invitato tutti ad arricchirsi attraverso sperimentazioni e contaminazioni culturali.
«Sarà l’Inferno che parlerà agli uomini e per questo è il testo più fruibile da un pubblico fatto di uomini e donne che conoscono i lati più reconditi della propria vita» ha sottolineato Maria Enrica Palmieri, direttore dell’Accademia.
Il progetto presentato al Comitato Nazionale del Ministero della Cultura si è distinto per la capacità di essere “veicolo” di diffusione e rappresentazione della conoscenza dell’eredità del Sommo Poeta fiorentino.
«I diversi canti sono stati accuratamente scelti sulla base degli spazi fisici messi a disposizione dalla città. Il progetto ha la voglia di aprire le porte dell’inferno intese come porte di accesso alla vita – ha spiegato M. Enrica Palmieri – l’Inferno “parla” anche ai cinque sensi in modi e misure diverse. La fantasia e la creatività umana possono ancora produrre coraggiose interpretazioni sull’inferno dantesco».
Carola Penna, presidente della Commissione XII – Turismo Moda e Relazioni Internazionali di Roma Capitale, ha lodato la responsabilità e determinazione dell’Accademia nel far uscire i municipi capitolini dal “proprio guscio” coinvolgendoli nel progetto per mostrare il linguaggio del corpo nei quartieri della città.
In rappresentanza del Comune di Ravenna, Maurizio Tarantino ha sottolineato la validità dell’opera di Dante per la sua capacità di suscitare creatività in una molteplicità di discipline.
Durante la conferenza stampa è stato dato risalto alla sinergia, alla collaborazione, alla solidarietà e alla forza di volontà dei partecipanti nel programma: dall’attrice Nancy Brilli, all’artista Luigi Battisti, autore dell’opera di “Scene di un Inferno nel XXI secolo”, ai musicisti Paolo Fresu e Luca Spagnoletti che hanno eseguito il mixaggio musicale ed elaborazioni elettroniche di “La Ballata di Dante” composta in chiave jazz dal trombettista e flicornista dallo stesso Fresu. Un particolare ringraziamento è stato rivolto ai docenti e agli allievi del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, del Saint Louis College of Music e agli anziani del “Gruppo di Lettura” dell’Associazione Televita.
La programmazione del progetto prevede i sette cammini del’Inferno dantesco proposti in una sequenza-scomposta “non fedele” alla successione dei canti. Ogni luogo del percorso è stato prescelto unitamente ai riferimenti danteschi secondo le caratteristiche ambientali e antropologiche cercando di abbracciare il potenziale umano delle istituzioni d’arte, degli allievi, degli abitanti e di Roma Capitale e, in particolare, dei Municipi coinvolti.
Con una durata di otto mesi il progetto “Scene di un Inferno nel XXI secolo” si avvierà a Roma il 27 marzo con un viaggio digitale al quale si può partecipare online sui canali ufficiali dell’Accademia (Facebook e Youtube).
A partire della metà di aprile e fino al 20 giugno, il progetto si svolgerà dal vivo. Si inizierà con i cammini dell’Osservazione, della Conoscenza, dell’Ascolto, dell’Eccesso e della Riflessione in diversi luoghi simbolici della città eterna tra i quali: il Ponte Nomentano, la Riserva Naturale dell’Aniene, Villa Farinacci, il Carcere di Rebibbia, il Cimitero Monumentale del Verano, il Policlinico Umberto I, la Città Universitaria de La Sapienza, il Mausoleo di Sant’Elena, l’Accademia Nazionale di Danza, i Fori Imperiali, la Biblioteca Elsa Morante, il Laghetto EUR.
Dal 15 al 31 luglio e dal 1° al 14 settembre nella storica sede fiorentina, il progetto si svolge a Firenze con il Cammino del Sentimento articolato in due momenti: “Via Amorosa – anime affannate”, uno studio sul Canto di Paolo e Francesca interpretato dall’attrice Nancy Brilli nell’Accademia di Belle Arti; e una singolare interpretazione del V Canto dell’Inferno con la collaborazione creativa di Giovanna Mori e Jago per l’opera di Apparato Circolatorio come trasfigurazione del reale e immaginario infernale.
Non è un caso che il Cammino del Trapasso nel progetto “Scene di un Inferno nel XXI secolo” si terrà a Ravenna, luogo di esilio e di sepoltura cui Dante aveva lungamente aspirato per sé e per la sua famiglia. Le spoglie del Sommo Poeta della Divina Commedia sono custodite nel tempietto neoclassico che si trova nella città capitale dell’Impero Romano d’Occidente di grande importanza, secoli dopo, durante la dominazione degli Ostrogoti e sotto l’Impero Bizantino.
Dal 15 al 31 ottobre, sempre a Ravenna, si potrà assistere alla creazione una lapide digitale di Dante realizzata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giuseppe Verdi” e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Il 30 novembre con una Tavola Rotonda in diretta streaming sui canali ufficiali dell’Accademia Nazionale di Danza, a Roma, si concluderà il progetto “Scene di un Inferno nel XXI secolo” che nei suoi otto mesi d’articolazione intende dare vita a momenti di condivisione in grado di coinvolgere – attraverso le diverse arti – anche quella parte di società più periferica e emarginata, rendendola parte attiva di un’iniziativa che non può essere solo fruita.
La rievocazione dell’Inferno dantesco attraverso la danza e le altre espressioni artistiche diventeranno un filtro di resilienza su un incerto avvenire, come anche gli spazi, luoghi, periferie, consuetudini, perimetri di osservazione o aree di inconsapevoli frequentazioni, diventeranno un momento per un rigenerare la sensibilità artistica della città.