Editoriale I

di Monica Marziota


Baile como acto de resistencia, 2016 – HYURO. Cortesia della Dorothy Circus Gallery

Ceci n’est pas un magazine. Cioè, è anche una rivista ma con una caratteristica congenita che la rende un vero luogo di incontro, dialogo, scambio.

Ogni articolo che viene pubblicato racchiude uno spicchio di microcosmo di parole e immagini, per il momento, ma non è escluso che possano esserci anche suoni. Parole, immagini e, domani forse anche suoni, che rappresentano collaborazioni tra chi scrive l’articolo, artisti che per l’occasione realizzano opere dedicate, e le gallerie che, se del caso, ne concedono l’uso.

Collaborazioni che, attraverso le esperienze, riflessioni e creazioni più diverse di artisti e pensatori, rendono questa rivista uno spazio vivo, aperto, in continuo movimento, dove originano nuove idee per la cultura e la società.

Il nome di questo nostro microcosmo che, da una parte, può sembrare pretensioso a chi l’associa alla famosa frase pronunciata da Ponzio Pilato, e, dall’altra, addirittura simpatico per chi conosce il ben noto film di Nanni Moretti, vuole stare al significato di quella precisa e essenziale lingua che per Guareschi è il latino. Il nostro ecce musica è un sincero, bianco, curioso, punto esclamativo e interrogativo, leggero, mai superficiale: ecco qui la musica, da leggere, ascoltare, scoprire, toccare e sentire. È un invito a volare con calviniana leggerezza, volare come la calandra che abbiamo scelto come nostro simbolo la “signora” degli spazi aperti che elevandosi alta nel cielo e sbattendo le ali canta il canto più musicale dei volatili.

Baile como acto de resistencia di Hyuro è l’immagine di copertina. Non potevamo non iniziare con un’opera che, per me, è stata centrale fin dalla prima volta che l’ho vista ed ha ispirato una serie di concerti e appuntamenti musicali pensati per far incontrare diverse culture e discipline artistiche. Da allora, era il 2016, ne abbiamo mutuato il nome che oggi diventa l’adagio della nostra rivista. Música como Acto de Resistencia. Partiamo con la grande artista Tamara Djurovic, Hyuro, che assieme ad Alexandra Mazzanti ed alla Dorothy Circus Gallery sono parte del filo ininterrotto di una tradizione culturale ed artistica che si rinnova ad ogni incontro.

È con grande piacere ed un po’ di emozione che a questo punto vi presento le nostre rubriche.

Vocabolario, rubrica che invita ad esplorare i significati che attribuiamo alle parole. Iniziamo da Resistenza e Ascolto.

Musicologicamente, rubrica di carattere scientifico dedicata alla musicologia ed etnomusicologia. In occasione del 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, pubblichiamo uno studio sul Titano.

EcceMUSA, rubrica dedicata alle donne, più o meno note, che nell’arte come attraverso altri mestieri e professioni, esprimono un grande valore per la società. Intanto, le annunciamo. La nostra prima musa è l’artista Hyuro; la seconda filosofa Anna Camaiti Hostert.

Suono dei luoghi e dei non luoghi, rubrica dedicata al suono dei luoghi e dei non-luoghi della nostra quotidianità. Partiamo da una riflessione del musicista e sindaco di Firenze, Dario Nardella, sul suono della città per antonomasia culla dell’arte.

Il Giardino di Academo, rubrica riservata agli accademici con spirito divulgativo. Il primo saggio è scritto da Antonio Rostagno, docente di storia della musica e presidente del corso di laurea magistrale di musicologia presso la Sapienza Università di Roma.

Interviste, rubrica aperta ad interventi e testimonianze dal mondo dell’arte. Presentiamo il compositore italiano Jacopo Baboni Schilingi e il compositore cubano Roberto Valera.

Note punteggiate, calendario culturale e rubrica di appuntamenti musicali e non solo.

Per questo e per ciò che verrà, ringraziamo tutte e tutti coloro che hanno creduto in Ecce Musica Magazine fin da quando era solo un’idea, in particolare, i nostri primi partner: Federazione Unitaria Italiana Scrittori (FUIS), Dorothy Circus Gallery, Scuola sulla Complessità, Edizioni Kappabit.