Resistenza e duttilità del suono di famiglia dell’umanità
di Michele Gerace
Cosa è e cosa non è. La musica. Un luogo comune che richiede il ridimensionamento di un luogo comune. Relativo, non di certo assoluto, perché ci sono buone ragioni per non considerarla un linguaggio universale e ce ne sono altrettante per sostenerne l’espressività propria del linguaggio che comprende l’intera umanità e ricomprende gli elementi universali che appartengono alla nostra mente da molto prima che riuscissimo a dotarla di una struttura razionale. Ferini ed eroici, di vichiana memoria non ancora logici, illogici non del tutto, attraverso variazioni di espressioni che col tempo ed in parte sono divenute invarianti, con segni morfologici e tratti fonetici abbiamo iniziato a dare una forma alla nostra esperienza di un mondo pratico e poetico. Espressione anteriore di lotte e contrasti che risalgono la storia e che Croce ritrova nel poema ariosteo. Sapienza dialettica del nostro modo di errare la vita erotica, politica, morale e religiosa. Resistenza, duttilità, causa, effetto e viceversa. Azione e reazione. Costituenti paradossali di una realtà complessa. Ambiguità e contraddizioni di uno svolgimento Furioso del nostro essere umani. Natura, proto-ragione e trascendenza di identità molteplici nella comunità. Suono di famiglia e chiave armonica del ritmo dell’universo. Singolare e plurale.